E' l'epoca della connessione, eppure siamo tutti scollegati.
Il pensiero c'e' e non e'. Si perde e disperde nelle correnti della contingenza che transiscono sui tessuti permeabili dell'esperienza. Se il pensiero e' ondivago e segue la storia del Tempo, il simbolo e' fisso come una stella che irradi fulgore senza estinguersi. La memoria riporta il resoconto dei fatti e il simbolo attraversa epoche e spazi, accomunando e colmando vuoti. Ci sono universi stretti in dimensioni indipendenti che comunicano tra loro tramite il linguaggio dei simboli e trasferiscono, scambiandoseli l'un l'altro, patrimoni inestimabili e inestinguibili che racchiudono l'anima di civilta' intere. Pensiamo ad esempio ai cerchi nel grano...
Si puo' esplorare il buio tramite il pensiero che ricorre ai mezzi piu' consoni al momento, per scrutarlo e decifrarlo, ma il senso di quel buio lo si puo' trovare solo col simbolo che non escogita ma e' senso e identita'. I simboli comunicano tra loro e tracciano le mappe di una universalita' che oggi stiamo smarrendo. L'universalita' passa attraverso l'incisione nell'anima di segni che si tramandano e accomunano. Occorre qualcosa piu' incisiva della memoria per trasferire altrove, in un viaggio senza nocchiere, il respiro e lo spirito di una civilta'. Il ricordo traspare e si fa sogno nelle generazioni che rievocano, attraverso la comparsa di luoghi e persone sconosciuti, una o piu' vite sedimentate nella genetica dell'anima. Ogni sogno e' un forziere che contiene cimeli preziosi, singole identita' che si esprimono attraverso i simboli.
Nell'era contemporanea, del virtuale, una porta nuova si e' aperta oltre la quale si snoda un sentiero che nessuno inquadra e sa dove portera'. Lo smarrimento del Se' passa attraverso cio' che non si fa contenuto. Cosa trasmetteremo ai posteri? Non viviamo pienamente se non pulsioni che fluttuano su schermi che non raccontano emozioni ne' vite e non incidono segni. Un mondo di esistenze non vissute prepara il deserto delle generazioni future in cui i sogni saranno vuoti, schermi bianchi senza la presenza urlante dei simboli. Non sopravvivera' alcun racconto, se non una raccolta di pensieri sparsi senza alcun filo emozionale capace di unirle. La scrittura serve a questo: a popolare di anime un foglio bianco, a travasare cio' che non si vuole vada perduto. La scrittura a mano incide e permette di pensare due volte tramite il processo della riflessione. Si e' immersi in se stessi e si lasciano tracce. La scrittura virtuale scorre su un nastro anonimo che spopola e prepara il destino del nulla.