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Vomito. Il grido liberatorio del colore

Cultura Calabra
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Il colore ha la capacità intrinseca di aspergere emozioni laddove c'è silenzio e deserto.

 

Vomito. Il grido liberatorio del colore
Vomito. Il grido liberatorio del colore

 

Il colore è un mago: crea ritraendo. E’ il prestigiatore dell'Infinito che disvela la realtà decodificandone i simboli. Come un funambolo in equilibrio tra le onde dell'aria, il maestro Pedrito Bonavita, nella mostra Vomito inaugurata il giorno 11 agosto all'interno della rassegna organizzata dalla signora De Martino nella sua Galleria, usa il colore esplorandone i molteplici linguaggi che attingono alle note nostalgiche del passato, miscelandole alla realtà nuda e cruda che ci circonda.

Contraddistinto da un incisivo temperamento aristocratico che scivola sulle nefandezze quotidiane per ricondursi a un trasognato ed elegiaco passato, Pedrito si lascia condurre dal colore che descrive, sorretto da una forza tutta sua, il caos nel quale consapevolmente e inconsciamente siamo immersi, vomitandone gli aspetti sconvolgenti. La crudezza è messa in risalto dagli schizzi del rosso e del nero che inseguono un proprio centro nel marasma della realtà illeggibile, riportando alla ribalta l'enigma del Sé. I cerchi oblunghi che i succitati colori descrivono, prorompono sulla tela come occhi che scrutano nel difficile orientamento nel presente.Gettate cromatiche, astrattismo e visioni geometriche si rincorrono da un quadro all'altro, riproponendo il tema conduttore del Decadentismo pittorico che in tutte le sue forme ribadiva l'alienazione dell'artista rispetto a una quotidianità sfuggente e al nichilismo che la impregna.

Vomito. Il grido liberatorio del colore
Vomito. Il grido liberatorio del colore

 

Animo creativo, sensibilità e stile confliggono in Pedrito con la ricerca razionale a trovare risposte, che emerge dal tratto definito dei suo pennello. La forte spinta verso l'esterno in lui orienta una capacità di analisi non comune dei fatti e la volontà di instaurare un dialogo col mondo tutto da rifare, ripartendo dagli strumenti primari di antica scuola muratoria come la squadra e il compasso. Non solo vomito quindi, ma anche ideale di progettualità e un risveglio catartico che la pittura, animata da slancio e passione, può stimolare, in un ritmo cromatico scioccante che ha fatto da sfondo al l'esibizione di flamenco di un’Anna Posa estremamente altera e passionale. Ella ha difatti ricalcato, tramite il linguaggio sinuoso del corpo, le orme di rosso (la passione) e di nero (il vuoto) impresse da Pedrito in un crescendo artistico, ripercorso dalla danzatrice coll suono vocale delle nacchere.

Ippolita Sicoli

Dott.ssa Ippolita Sicoli

(Specializzata in Antropologia, Eziologia, Mitologia e Discipline Esoteriche)

LA FINESTRA SULLO SPIRITO

https://www.facebook.com/ippolita.sicoli

 

Libri scritti da Ippolita Sicoli:
Il canto di Yvion Storie di pecore e maghi Nel ventre della luce Il solco nella pietra

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