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Il silenzio della vita e l’innocenza dei ricordi

Invito alla lettura
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Incanalare la letteratura di confine in un unico indirizzo o chiave di lettura significa privare un prodotto artistico di quelle sfumature che, nonostante i possibili termini di confronto, rimandano a un'eco inconfondibile.

Nishant Dange - Paintings India
Nishant Dange - Paintings India

 

La letteratura di confine, già come preannunciato nello scorso articolo, tende a scalfire i luoghi comuni che fanno delle terre vergini dell'animo umano deserti assolati o terreni incolti dai quali non può crescere nulla. L’individuazione all’interno di un'opera di una piattaforma di confronto sul dissidio di due eterni contrari, è il presupposto perchè una trama diventi un capolavoro letterario. Se la letteratura romantica trabocca di amori non corrisposti, oggigiorno la questione sentimentale è succube di un fattore tra i più determinanti della società odierna: l’incomunicabilità, in grado di minare o dissipare del tutto le gia’ fragili vicende amorose. Uno dei romanzi che sprofonda in questo tema dagli inevitabili sviluppi dolorosi è Il museo dell'innocenza di Orhan Pamuk, scrittore turco di elevata sensibilità.

Il museo dell'innocenza
             Il museo dell'innocenza

Separare le opere di Pamuk dal contesto di vita sarebbe spogliarle di quella luce che cosparge i racconti di una società, quella di Istanbu nello specifico, città di confine tra due realtà contrapposte, l'una europea e l'altra musulmana. Sullo sfonfo de Il museo dell'innocenza c’è quel processo di europeizzazione che ha investito la Turchia negli anni settanta, la sua capitale in particolare, portando alla rimonta della società una classe progressista che vedeva nell’industrializzazione quella necessità di affrancamento da usi e costumi ormai considerati obsoleti. l’Istanbul che emerge dal racconto di Pamuk sorprende per la presenza vistosa di uno stile di vita mondano, di salotti borghesi e ristoranti di lusso che cercano quella convergenza col passato sicuramente non gratificato dal ricordo, ma che punta il dito contro un esagerato processo di modernizzazione che se da un lato libera dai pregiudizi, dall'altro arranca nella ricerca di una nuova definizione dell'animo umano.

Il disorientamento del protagonista del romanzo sfrattato dal passato e defraudato del proprio habitat nel quale si è formato e riconosciuto, esaspera gli accenti di un destino beffardo che lo pone dinanzi a una scelta d'amore difficile. Il tormento che ne deriva si articola in un meccanismo vertiginoso nel quale il protagonista sembra aggrovigliarsi col suo dolore in una cieca condizione d’isolamento alla quale non c'è via d'uscita, fin quando l’amata non rompe gli indugi e accetta di seguirlo, senza però essere riuscita a sedare per sempre le proprie ansie che affacciano su un paesaggio sociale non del tutto armonizzato con le emergenti prospettive di modernità. l'epilogo è schiacciante per entrambi. Non resta che il sogno di lei come ultima traccia di una femminilità che da eroina sì siede sul trono della morte, irrorando le ultime pagine di innocente bellezza, espressione di quel sentimento che solo la fissità dei ricordi coltiva e nutre.

Ippolita Sicoli

Dott.ssa Ippolita Sicoli

(Specializzata in Antropologia, Eziologia, Mitologia e Discipline Esoteriche)

LA FINESTRA SULLO SPIRITO

https://www.facebook.com/ippolita.sicoli

 

Libri scritti da Ippolita Sicoli:
Il canto di Yvion Storie di pecore e maghi Nel ventre della luce Il solco nella pietra

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