Oggi in diverse città si sono svolti cortei e organizzati presidi contro la legge 107 della 'Buona Scuola' e per il rinnovo del contratto.
Oltre Torino e Cagliari, a Roma il corteo organizzato dalle sigle Flc Cisl, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Confsal e Gilda Unams, partito da piazza della Repubblica, è stato bloccato dalla polizia ai Fori Imperiali, ma ha raggiunto piazza Santi Apostoli, come previsto dove si è conclusa al grido 'Sciopero, sciopero, sciopero generale'. "È un periodo difficile, ed è complicato ricostruire partecipazione ma queste piazze sono speranze per noi che continuano a lottare" ha dichiarato Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti.
"Questa nuova Legge di stabilità è iniqua e regala il Paese ai ricchi, a chi vuole fare soldi sulle nostre spalle, ai grandi evasori. Noi - ha continuato - pensiamo che, in questo momento particolare, sia necessario ritessere i fili della rete sociale che deve avere il coraggio di mettersi contro un governo di ladri e corrotti. A ripartire da oggi, dobbiamo costruire una risposta democratica dal basso verso l'alto, a partire dalle scuole e dalle università da cui può davvero partire l'alternativa. Vogliamo costruire una scuola ribelle che sia un vero e proprio presidio di cittadinanza e di democrazia. Proviamo a unire le forze e a ripartire da qui", ha concluso Lampis.
"Questa è una ulteriore manifestazione che segue le altre manifestazioni a partire da quella del 5 maggio organizzata perché noi vogliamo apportare delle modifiche alla legge 107 che, per alcuni aspetti, è una legge iniqua - hanno commentato dalla Uil Scuola - Primo, perché da troppo potere ai presidi il che svilisce il ruolo dei docenti e mina la libertà di insegnamento; secondo, per il problema della valutazione: normalmente sono i docenti che valutano gli alunni, qui i ruoli si sono invertiti; terzo, per il problema del precariato, infatti da quando si è insediato il governo Renzi ci promette di eliminare il precariato, ma nemmeno questa legge lo ha fatto e i contratti non sono stati stabilizzati, anzi molti docenti sono andati incontro al licenziamento. Questi sono i problemi che noi vogliamo che il governo affronti ed è per questo che oggi siamo presenti nelle piazze di tutte le regioni".
"Noi siamo qua oggi - hanno detto da Snals - semplicemente per ricordare al governo che la scuola è un ambiente estremamente delicato e sensibile e non bastano 500 euro a insegnante per far capire che c'è un interesse. Noi chiediamo il rispetto del rinnovo contrattuale e ci sembra altamente offensivo che se ne parli con cifre fra gli 8 e i 10 euro. Ci auguriamo che la legge 107 in alcune parti, come il comitato di valutazione che vede i genitori insieme al dirigente valutare i docenti, vada rivisto perché un organo tecnico non può essere fatto da persone esterne".
"Siamo di nuovo a manifestare contro la legge 107 - hanno ribadito anche da Cisl Scuola - per sensibilizzare e per tenere desta l'attenzione dell'opinione pubblica perché, come prevedevamo, dall'applicazione di questa legge stanno nascendo serie criticità: la predisposizione dell'organico funzionale, i supplenti precari, difficoltà di previsione delle risorse triennali. In pratica, la nuova scuola di Renzi non è assolutamente nuova e noi non notiamo alcun miglioramento".