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Molise ancora tra scosse e gelo. Scuole chiuse in 80 Comuni

Italia
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Prosegue lo sciame sismico nella zona di Campobasso e provincia: alla scossa di magnitudo 3.6 registrata ieri sera alle 23:09 ne sono seguite finora altre 12 di magnitudo superiore a 2.

 

Secondo i rilevamenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), la scossa più forte della notte è stata alle 2:59 con magnitudo 2.5 ed epicentro in prossimità di Baranello. Dal 1 gennaio sono stati localizzati un centinaio di eventi sismici nell'area, la maggior parte dei quali è avvenuta negli ultimi cinque giorni: oltre 50 i terremoti di magnitudo pari o superiore a 2, cinque quelli di magnitudo superiore a 3 e uno superiore a 4.

 

Molise ancora in piena emergenza per terremoto e gelo. La situazione metereologica è peggiorata con le bufere di neve che sono diventate ancora più abbondanti e le temperature sono scese fino a 5 gradi sotto zero. A Campobasso sono caduti 50 centimetri di neve. Si è allungato, rispetto a ieri sera, l'elenco dei comuni dove oggi le scuole sono rimaste chiuse: sono 80 su 136, compresi molti centri a ridosso della costa. Ovunque sono al lavoro mezzi spartineve e si circola con difficoltà su molte strade

 

Molise trema per sisma e gelo, è emergenza - Il grande freddo, la scossa improvvisa: niente sa di nuovo in Molise, né l'uno né l'altro fenomeno. Il nuovo stavolta è nell'incontro inatteso di eventi dalla portata non comune: la neve, il gelo che non dà tregua e il terremoto insieme; in una terra che ancora adesso fa i conti con un ricordo troppo doloroso: il terremoto in Molise è una scuola che crolla su 27 bambini. Il 2002 e San Giuliano sono sempre dietro l'angolo nei pensieri di tutti. Lo sono per il presidente della Regione, Paolo Frattura, che questa mattina ha diramato il suo invito ai sindaci dei comuni più vicini all'epicentro sismico, Baranello, paese alle porte di Campobasso, a chiudere domani (oggi, ndr) le scuole. Frattura chiede verifiche e controlli ulteriori e più approfonditi sugli edifici. Gli amministratori locali, per la stragrande maggioranza, rispondono all'appello. Come loro tanti altri in Molise, ma per la neve caduta ovunque in abbondanza.

 

È arrivata in ritardo in quest'inverno fin troppo primaverile: forse era un campanello d'allarme, la tradizione popolare ricorre a questa lettura per spiegare le improvvise scosse sismiche. Solo adesso, a metà gennaio, il maltempo si gioca la scena e stavolta lo fa con la paura. Più di quaranta scosse nel giro di pochissimi giorni, da mercoledì a oggi. I riferimenti vanno all'Aquila, il capoluogo abruzzese così simile per storia e cultura, così legato per tradizioni al capoluogo molisano. Lo sciame sismico di queste ore, alle pendici del Matese, è continuo di giorno e di notte, a tratti lieve, a tratti avvertito. I social network registrano reazioni, aggiornamenti, spavento. Si scrive, si posta, si fanno domande. I cittadini chiedono di essere aggiornati, invocano rassicurazioni. Non solo i molisani. Tanti i genitori di studenti fuori sede che cercano di conoscere la situazione per quella che è davvero. L'università interviene prontamente e decide: lezioni sospese.

 

Il Consiglio nazionale dei geologi, che spiega e qualifica l'evento sismico molisano, diffonde i suoi dati: il 70 percento degli edifici scolastici non è ancora a norma, un dato che parla da sé. La Protezione civile regionale lavora, ma le polemiche fanno rumore. Il sito internet offline è una pagina che desta stupore e indignazione adesso. A poco serve, sul momento, la sua immediata riattivazione. E intanto in giro spazzaneve e spargisale, a Campobasso si lavora per fronteggiare l'emergenza maltempo. Il clima rigido è impietoso ma chi ha paura mentre la terra trema, scende in strada, prova a restarci rifugiandosi in macchina, poi si arrende e rientra a casa. La notte è lunga, non resta che arrendersi alla fatalità. Il ritorno alla normalità è atteso da tutti con quel pensiero comune che vuole allontanare il ricordo e il richiamo delle grandi tragedie nazionali che nessuno vorrebbe nominare e tutti finiscono per citare. (Ansa)

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