“Il piano di rimodulazione degli uffici postali in Calabria ha
concretizzato le preoccupazioni degli amministratori e dei sindacati di categoria per i danni causati non solo ai lavoratori quanto per i cittadini tutti”. E’ quanto afferma il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, in merito ai disagi creati nella nostra regione del piano aziendale deciso da Poste italiane per razionalizzare il servizio. “Le ricadute negative di questa rimodulazione decisa dall’Azienda tra chiusure e razionalizzazioni di orario all’insegna solo di principi ragionieristici e non già nella logica dell’erogazione di un servizio fondamentale, iniziano a pesare soprattutto sui piccoli comuni – dice ancora il presidente Bruno.
Basta pensare a quello che è successo a Sorbo San Basile appena qualche giorno fa, dove il sindaco Luigi Riccelli, al quale esprimo la mia solidarietà, si è incatenato davanti all’ufficio postale chiuso per contestare la decisione di tenere aperto lo sportello solo tre giorni a settimana. Il piano aziendale presentato da Poste Italiane, come ribadisce anche il documento approvato all’unanimità dal consiglio provinciale di Catanzaro su mia sollecitazione, risulta una semplice operazione di riduzione dei costi e rappresenta un’ulteriore penalizzazione nell’erogazione di un servizio essenziale, soprattutto per le zone scarsamente popolate, e in particolare nei comuni di montagna.
Cittadini e lavoratori pagano a caro prezzo le conseguenze di anni di gestioni poco oculate, piegate alla ricerca dell’utile a tutti i costi. L’azienda avrebbe dovuto, piuttosto, puntare a migliorare i servizi di rete con l’obiettivo di garantire un servizio complessivo sempre più efficiente e coerente con la domanda dei cittadini. “Come giustamente evidenziato da Daniele Carchidi, segretario generale Sls-Cgil Calabria in seguito alla sentenza del Tar Toscana che ha congelato il provvedimento di chiusura di 59 uffici postali previsto dal piano, serve una soluzione politica – ha concluso il presidente della Provincia di Catanzaro -. Il Governo, Poste italiane e le istituzioni locali si ritrovino attorno ad un tavolo per individuare una rimodulazione che sia caratterizzata dal rispetto dei diritti dei cittadini e non solo da motivi economici”.