Mario Natangelo: ''La Boschi rappresenta la sessualita' della politica''
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Mario Natangelo: ''La Boschi rappresenta la sessualita' della politica''

Arte e Cultura
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Il 2 dicembre "Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi "torna in libreria e in fumetteria, e in copertina stavolta c’è lei: Maria Elena Boschi

Mario Natangelo: ''La Boschi rappresenta la sessualita' della politica''
Mario Natangelo: ''La Boschi rappresenta la sessualita' della politica''

 

«Mi è costato rimettere mano a questo libro dopo due anni – confessa Mario Natangelo, vignettista de Il Fatto Quotidiano - Aggiungere queste pagine, e scriverle e disegnarle, è stato davvero difficile». Alla fine, però, tutto è andato al posto giusto: «Sono riuscito a chiudere la storia che accennavo appena nell’intro, e contemporaneamente mi sono ricollegato a quella più politica. Ci sono diversi nuovi personaggi, ma funzionano».

Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi (Magic Press, 144 pagine, 14 euro) usciva quasi un anno fa nelle librerie e nelle fumetterie italiane. Il prossimo 2 dicembre tornerà sugli scaffali in una nuova edizione: copertina diversa e contenuti extra. Protagonista assoluta, questa volta, il ministro per la Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi.

Perché ha scelto proprio la Boschi?

«La mia idea, quando ne ho parlato con Luca Ippoliti, il mio editor, era di fare una Maria Elena Boschi edition: è un personaggio che non c’è nel libro, nonostante sui social e sui giornali se ne parli tanto. Io la volevo in copertina, e volevo che ci fosse anche nel finale. Solo che volevo inserirla senza sconvolgere quello che c’era già».

E quindi eccola qui, in copertina: completamente nuda.

«Questa copertina rappresenta lo spirito del libro: un personaggio politico, con una carica politica, che diventa un personaggio della storia. Quindi è lei, ma non è lei. Le assomiglia, ma è anche diversa. Non mi sono preoccupato di ritrarla in modo fedele. Rappresenta, in un certo senso, la sessualità della politica. Era la chiave di volta di tutto».

Ci sono state polemiche per la vignetta di Riccardo Mannelli sulla Boschi; non pensa che ce ne saranno anche questa volta?

«Non credo, anche perché è un tema che è stato già ampiamente affrontato. Sul corpo della Boschi, s’è fatto già casino. Poi per carità, qualcuno potrà dire: “la Boschi con le tette nude!” E ho capito. E allora? È un personaggio, solo questo.

Magari avessi visto la Boschi nuda dal vivo. Ho dovuto lavorare di fantasia». Insomma: questa è solo una storia.

«Come ti dicevo, è difficile rimettere mano a una storia vecchia. Io ho provato a immaginare il protagonista in piena nevrosi: non immagina più solo Renzi; finisce in un mondo completamente diverso. Va a una serata a sostegno del Sì: una cosa assurda. E non mi interessa neanche più il lato realistico. Sono un disegnatore e questi sono i miei personaggi. La Boschi diventa la sua innamorata. Provo a raccontare anche il modo in cui si sono conosciuti, ma è una tavola appena».

Anche in queste nuove pagine si parla del Referendum; ma è solo un accenno. Perché questa scelta?

«Ho un rigetto totale su questo tema. Lo trovi ovunque. A partire dai social. La gente oramai è impazzita. Siamo ai livelli di Charlie Hebdo, quando nelle immagini di profilo c’era la bandiera francese. Oggi ci trovi “io voto per il Sì” o “io voto per il No”. Ma chi se ne frega? Ma davvero?»

Accanto alla Boschi, c’è un altro personaggio femminile: Agnese Renzi, la moglie di Matteo.

«Io la adoro. È facilissima da disegnare: faccio un cespuglio nero e basta. Secondo me, lei odia Renzi. Lo detesta. Spera sempre che gli succeda qualcosa di terribile».

Di terribile?

«L’ho disegnata mentre sta con Bersani e D’Alema, o che è contenta che Renzi vada alla Leopolda così si toglie dai coglioni... Sai, la immagino così. Non è la mia opinione personale, intendiamoci: non so e non posso sapere come sia convivere con Renzi. Fa tutto parte della mia fantasia. Però nella mia idea, lei è la vera antagonista di Renzi. È una specie di Casa Vianello, no?»

A ruoli invertiti, però: Agnese sembra Raimondo e Renzi Sandra.

«Esatto, bravo. E lei lo detesta fisicamente. A livello molecolare. Ma sono sempre personaggi miei. Probabilmente, anzi, la moglie di Renzi lo adora».

E la Boschi cosa c’entra in questo rapporto di odio-amore tra Renzi e sua moglie?

«Chiaramente nella mia testa, Agnese odia Renzi anche per colpa della Boschi. Un rapporto che viene raccontato così, teso e freddo, dai media. Ricordo repubblica.it che scriveva qualcosa tipo: “la Boschi imbarazzata e Agnese che non la guarda in faccia”. Sono speculazioni a livello di Novella 2000. Ma per me, e per i miei personaggi, è un fatto caratterizzante. E quindi Agnese odia Renzi anche per colpa della Boschi. Se l’avesse disegnato da capo, però, l’avrei raccontato in tutt’altro modo».

E avrebbe cambiato anche titolo?

«Sai che il titolo, alla fine, ha avuto una sua fortuna? Nonostante non ne fossi convintissimo, alla gente è piaciuto molto. Quindi no, il titolo lo lascerei. Oppure lo cambierei in Pensavo fosse amore invece era Maria Elena Boschi».

Abbiamo parlato di due delle “lady” della politica più importanti e presenti sulla scena pubblica. Viene naturale chiederle: e la Raggi?

«Mi è capitata di disegnarla per il giornale, però non saprei come caratterizzarla in una storia così. Sarà che anche lei non mi dice molto, dal punto di vista carismatico e caratteriale: tutte le volte che l’ho sentita parlare non mi ha mai convinto. Sembra che sia lì per caso, e che non sappia bene come muoversi. È un po’ come quando arrivò Monti: non sapevo che tipo fosse».

Dopo Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi, lavorerà ad altri libri?

«Sì, e sarà una cosa completamente diversa. Questo libro è stato improvvisato, in un certo senso. Ne ho parlato anche con Gipi, dopo che è uscito La terra dei figli. Ci siamo scritti un po’, e mi ha dato dei consigli che mi hanno fatto davvero piacere. Quindi sì: nuovo libro, ma diverso. Molto diverso».

diritto d'autore  fonte: La Stampa.it autore: Gianmaria Tammaro