Sisma magnitudo 7.3 tra Iraq e Iran, si aggrava il bilancio dei morti
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TERREMOTI. Sisma 7.2 in Iraq al confine con l'Iran

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Oltre 500 le vittime del violento terremoto con epicentro nell'Iran Occidentale al confine con l'Iraq. Un bilancio destinato a peggiorare. La regione sulla linea di collisione di due placche tettoniche.

TERREMOTI. Sisma 7.2 in Iraq al confine con l'Iran
TERREMOTI. Sisma 7.2 in Iraq al confine con l'Iran

14 NOV - A 24 ore dalla terribile scossa che ha seminato morte e distruzione, continua ad aggravarsi il bilancio del terremoto che ha colpito ieri sera un'area tra l'Iraq e l'Iran, già teatro di devastazioni e atrocità durante la guerra tra i due Paesi negli anni Ottanta. Almeno 530 persone sono morte in Iran (dato aggiornato alle 13 del 14 novembre) e 8000 sono rimaste ferite, mentre in Iraq si conterebbero una decina di morti. Il sisma, avvenuto alle 21:48 del 12 novembre ora iraniana (le 19:18 in Italia), ha avuto una magnitudo di 7.3 gradi sulla scala Richter secondo l'Istituto geologico degli Usa, che ne ha individuato l'epicentro una trentina di chilometri dalla città curda irachena di Halabja. Una località tristemente nota perché qui, nel 1988, avvenne il più letale bombardamento chimico della storia, compiuto da aerei dell'allora dittatore iracheno Saddam Hussein, con un bilancio di 5.000 civili uccisi.

Le onde sismiche sono state avvertite distintamente nella capitale Teheran, a 500 chilometri dall'epicentro, e in buona parte del Medio Oriente. In territorio iracheno, il terremoto è stato registrato con forza nel capoluogo della regione autonoma del Kurdistan, Erbil, fino alla capitale Baghdad, 270 chilometri a Sud.

La città più colpita è Sarpol-e Zahab, nella provincia iraniana di Kermanshah, dove si registrano 300 morti. Secondo fonti dei soccorsi oltre 200 persone potrebbero essere ancora intrappolate sotto le macerie di un complesso residenziale. Il conto delle vittime è inevitabilmente destinato a salire, sia perché alcune località in questa regione montuosa della catena degli Zagros non sono ancora state raggiunte dai soccorritori a causa delle strade bloccate dalle frane, sia perché molti dei sopravvissuti versano in gravi condizioni. I feriti in Iran sono circa 6.600 e 600 in Iraq.

La Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha ordinato l'immediata mobilitazione di tutte le forze disponibili per aiutare le popolazioni colpite. Nei soccorsi sono impegnati anche i Guardiani della Rivoluzione e membri delle milizie Basiji. Da Teheran sono arrivate unità cinofile dei vigili del fuoco. Ma alla televisione alcuni residenti si sono lamentati della lentezza delle operazioni. Sui siti e social media iraniani, inoltre, crescono gli interrogativi sulla differenza nel numero delle vittime in Iran e in Iraq. Secondo alcune testimonianze, tra gli edifici crollati ve ne sarebbero alcuni costruiti durante il governo del presidente ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad nell'ambito di un programma di edilizia popolare a costi contenuti.

L'Iran è attraversato da diverse faglie che provocano frequenti terremoti. Il più grave dei tempi recenti è stato quello di Bam, che nel dicembre del 2003 ha provocato tra 25 e 30mila morti con una magnitudo inferiore, 6.6 della scala Richter. Nel 1945 si registrò sulla stessa linea di faglia un terremoto dell'8.0.. Sulla base della localizzazione vicino al confine Iran-Iraq, è probabile che il sisma sia stato causato da un movimento di due placche tettoniche: la placca Arabica, che comprende la penisola araba, l'Iraq, la Siria e la Giordania e la placca Eurasiatica che ingloba l'Iran.

Ad un tasso di poco meno di due centimetri l'anno, la placca Arabica scivola verso Nord-est sotto la placca dell'Eurasia, segnando una zona di subduzione che si estende sotto l'Iran occidentale. La collisione può sembrare lenta, ma è stata sufficiente a forgiare il rilievo dei monti Zagros, una catena montuosa lunga 1500 chilometri che si estende dall'Iran occidentale, specificamente dalla regione del Kurdistan ai confini dell'Iraq, fino al Golfo Persico.