Secondo l'Ap avrebbe raggiunto il numero di delegati
Hillary Clinton contro Donald Trump. La sfida per la Casa Bianca è decisa. La conferma arriva a sorpresa, a poche ore dall'ultimo 'SuperTuesday' delle primarie democratiche.
E' la Associated Press a dare la notizia: l'ex first lady ha i numeri per conquistare a nomination democratica. Ha superato la fatidica soglia di 2.383 tra delegati e superdelegati che la voteranno alla convention di Filadelfia di fine luglio.
"E' un momento storico senza precedenti", esulta la candidata che sarà la prima donna della storia degli Stati Uniti a ottenere una nomination e a partecipare alle elezioni generali, che quest'anno si svolgeranno l'8 novembre. Alla gioia della Clinton si contrappone l'ira di Bernie Sanders, che fino all'ultimo ha tentato di mettere i bastoni tra le ruote alle ambizioni dell'ex segretario di Stato. "E' spiacevole vedere come i media stiano ignorando la richiesta della commissione nazionale del partito democratico di aspettare questa estate per la conta dei superdelegati", ha detto il portavoce del senatore.
A consegnare la vittoria a Hillary infatti (oltre all'ultima affermazione nel voto a Porto Rico) sono proprio i superdelegati, i dignitari del partito democratico (dai membri del Congresso ai governatori) che siedono di diritto alla convention e - a differenza dei delegati - non devono essere scelti nel corso delle primarie. Ebbene, secondo un sondaggio dell'ultima ora della Associated Press in maggioranza sosterranno la ex first lady.
Per lei la soddisfazione è enorme. Otto anni fa, di questi tempi, doveva concedere la vittoria al giovane senatore dell'Illinois Barack Obama. Uno schiaffo tremendo, che però alla fine fu incassato da Hillary che divenne il capo della diplomazia Usa nella prima fase dell'amministrazione Obama.
Nacque così un sodalizio che sarà suggellato tra qualche giorno - se non tra qualche ora - dall'endorsement che la Clinton riceverà dal presidente uscente. (Ansa)
Comincia dunque una nuova fase della campagna elettorale democratica. Quella in cui tutto il partito dovrà unirsi contro la 'minaccia' Trump. Nella speranza che Sanders non voglia a tutti i costi proseguire la sua battaglia, seppur ormai persa sul fronte dei numeri. Non a caso il senatore - secondo indiscrezioni di stampa - è stato contattato lo scorso fine settimana dallo stesso presidente Obama, che si appresta a scendere in campo per l'ultima campagna elettorale della sua carriera.
Molto dipenderà dall'esito del voto in California. Se Hillary dovesse vincere anche qui, per Sanders potrebbe davvero essere arrivato il momento di sotterrare l'ascia di guerra. Come da giorni chiedono anche le 'colombe' della sua campagna, al contrario degli irriducibili 'sanderistas'.