La Regione Basilicata apre la strada al 'reddito minimo'. La politica calabrese e' ancora in ferie!
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La Regione Basilicata apre la strada al 'reddito minimo'. la politica calabrese è ancora in ferie!

Calabria Regione
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Reddito minimo di inserimento, € 450 al mese, la Basilicata apre la strada

È stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione n. 19 del primo maggio 2015 la delibera di Giunta regionale che approva lo schema di convenzione tra la Regione Basilicata e Centri Autorizzati di Assistenza Fiscale operanti in Basilicata per l’assistenza alla compilazione delle domande di partecipazione al “Programma per un Reddito minimo di inserimento”

La Regione Basilicata apre la strada al 'reddito minimo'. la politica calabrese è ancora in ferie!
La Regione Basilicata apre la strada al 'reddito minimo'. la politica calabrese è ancora in ferie!

Dal 29 luglio via alle domande per il sostegno alla povertà ed al disagio sociale dei cittadini lucani, ecco i requisiti 

In un momento di forte crisi in tutta Italia, in cui lo scontro politico, ha tra gli argomenti centrali, la lotta al disagio sociale attraverso il reddito minimo garantito o il reddito di cittadinanza, la Basilicata ha giocato di anticipo. Il Governatore Pittella ed il suo Esecutivo infatti, hanno ufficializzato il via del "Reddito Minimo Di Inserimento", un sussidio a coloro che sono in situazione di particolare difficoltà economica.

Come funzionerà il sussidio

La Regione così operando, intende fornire uno strumento in grado di offrire un sostegno economico ai soggetti maggiormente svantaggiati ed infatti ha stabilito che i percettori del sussidio prenderanno in media un assegno di 450 euro al mese. Non sarà un gentile omaggio della Regione, ma i beneficiari dovranno guadagnarsi questi soldi, lavoreranno. Infatti una delle condizioni per ricevere il sussidio sarà lavorare.

È previsto infatti che coloro che verranno ammessi al beneficio, lo otterranno solo se espleteranno l'80% delle ore di lavoro previste dal piano. In questa ottica, la Regione Basilicata sta già mettendo in piedi il programma di attività di pubblica utilità e di politica attiva che permetterà ai soggetti più vulnerabili di percepire una fonte di reddito, ma anche di ottenere il sostegno e l'accesso ad iniziative di inserimento sociale ed occupazionale.

La Giunta Regionale ha individuato il tipo di attività che si farà svolgere ai beneficiari tra quelle nell'ambito della valorizzazione dei beni artistici e culturali, tra le prestazioni di tipo sociale e di tutela ambientale.

Come fare domanda e quali sono i requisiti

La domanda dovrà essere presentata on line dal 29 luglio e fino alle 12:00 del 15 settembre 2015. La Regione ha già dato mandato, stingendo convenzione, con molti CAF che provvederanno ad assistere gratuitamente i candidati nelle fasi di espletamento della pratica. I soggetti beneficiari sono distinti in due categorie e l'importo del sussidio sarà variabile in base al reddito del nucleo familiare accertato attraverso l'ISEE.

La prima, comprende i residenti in Basilicata fuoriusciti dal mondo della mobilità in deroga come previsto dal decreto Poletti del 2014. Per questa categoria, il limite di reddito da non superare per ottenere il sussidio, sarà di 15.500 euro. La seconda categoria è quella degli inoccupati ed i disoccupati di vecchia data con reddito ISEE al di sotto di 9.000 euro.

Quanti fondi sono stati stanziati e da dove escono

I soldi del bonus da erogare sono reperiti in parte dai fondi comunitari per la programmazione 2014/2020 ed in parte dagli utili provenienti dal petrolio. L'operazione ha previsto uno stanziamento di 7,5 milioni di euro ed a regime dovrebbe permettere di assegnare il beneficio ad una platea di 6.000 soggetti.

Anche i Calabresi aventi diritto,  si augurano che la Rerione Calabria segua a ruota (e a breve) l'esempio della Basilicata


Hartz IV ed il modello del welfare tedesco

Il welfare tedesco costituisce un modello per l'Europa intera. Ma in cosa consiste esattamente e cosa lo distingue dai sistemi presenti negli altri paesi comunitari? Esso si basa principalmente su un programma di pubblica assistenza denominato „Hartz IV“. In questo articolo scopriremo meglio di cosa si tratta, analizzando le sue caratteristiche fondamentali ed i suoi punti di forza. Hartz IV: cuore del welfare tedesco

Al centro del welfare tedesco c'è un sistema di sovvenzioni statali concesse ai disoccupati, affinché essi abbiano la possibilità di sopravvivere in Germania, malgrado la mancanza di lavoro: si tratta della Riforma Hartz IV.

Chi non ha un lavoro però deve, non solo dimostrare di essere alla ricerca attiva di un impiego, ma viene anche sollecitato con delle proposte interessanti, che non può rifiutare, altrimenti può essere soggetto a sanzioni, che possono tramutarsi, in caso di costante rifiuto, nella sospensione dei contributi statali.

Oggi in Germania più di sei milioni di persone percepisce questo sussidio, per un totale di quasi tre milioni e mezzo di famiglie.

Sussidio di disoccupazione ed altri contributi previsti dal welfare tedesco

Inizialmente chi perde il lavoro percepisce, come avviene anche in altri paesi europei, un sussidio di disoccupazione, per un periodo di tempo massimo di 12 mesi, pari a circa il 60% dell'ultimo stipendio netto ricevuto.

Dopo un anno senza lavoro scatta Hartz IV. Il welfare tedesco prevede per un single un importo pari a 374 € mensili a cui vanno aggiunti circa 300 € per l'affitto (questo importo varia nei diversi Länder); una famiglia invece percepisce un contributo di 337 € per ogni adulto, 219 € per ogni bambino e 550 € per l'affitto.

Può anche succedere che una coppia, pur avendo un lavoro, non riesca a mantenere la famiglia ed anche in questo caso può entrare in campo il sistema Hartz IV per fornire sostegno a chi ne ha bisogno.

Questo sistema prevede accurati controlli per evitare che in molti se ne approfittino, inoltre viene prolungato ogni sei mesi, affinché la gente sia stimolata a trovare lavoro. Chi non ha voglia di lavorare, come già accennato, viene pesantemente sanzionato dal sistema del welfare tedesco, giungendo anche a perdere tra il 10% ed il 30% del sussidio.