In una famiglia su 4, un caso di tumore
CROTONE – E’ sempre lei, la “iena” che è riuscita a parlare con il camorrista e pentito Francesco Schiavone che ha portato alla luce tutti i luoghi dove la camorra ha interrato rifiuti tossici.
E Nadia Toffa, nel corso della trasmissione “Le Iene” dello scorso mercoledì, ha parlato dei rifiuti tossici a Crotone, definita “terra dei veleni”. Si perché Crotone, è risultato essere uno dei siti più inquinati dello stivale, con un alto tasso di mortalità a causa di patologie tumorali, pari al 20% della media nazionale. Ed in particolare a creare l’allarme è il tasso di mortalità infantile, cresciuto del 400% con diversi casi di leucemia e linfomi.
I casi di cancro ai polmoni, al pancreas e allo stomaco non si contano e la causa è legata alle scorie nocive non smaltite presenti in tutta l’area di Crotone. Nadia Toffa ha sottolineato come in tredici anni, ovvero dal 2001, nonostante l’accertamento della presenza di rifiuti tossici inquinanti in una zona molto ampia della città di Pitagora, dichiarata anche sito d’interesse nazionale a bonifica, nulla è stato fatto. Il progetto di bonifica è “slittato” per via dei costi onerosissimi, e così il mare e il terreno circostante le fabbriche, colpevoli dello smaltimento illecito, restano inquinati e continuano a mietere vittime.
Nadia Toffa ha intervistato un ex operaio del luogo, Pino Greco, membro dell’Associazione FabbriKando l’Avvenire, il quale ha raccontato come dal ’90, già si sapeva dei rifiuti tossici presenti nell’area crotonese, derivanti da scorie nocive. Già all’epoca si pensò di creare un deposito di scorie nocive lungo la spiaggia di Crotone, carico di sostanze nocive quali antimonio, arsenico, berillio, cadmio, cobalto, diversi tipi di cromo, mercurio, nichel, piombo e rame. Tutte sostanze della Pertusola o dell’ex Eni, ovviamente finite in mare, creando un danno ambientale non indifferente anche al settore della pesca.
Anche se è vero che, un po’ come accade nella Terra dei Fuochi, c’è chi continua a mangiare il pesce così come le colture che nascono sui terreni circostanti le fabbriche. A minacciare la salute della popolazione crotonese, anche 18 zone in cui sono state interrate sostanze tossiche e sopra le quali sono state costruite case popolari, campi di calcio, parcheggi, scuole e addirittura la questura. A Crotone, è stato accertato, che la catena alimentare è ormai inquinata la catena alimentare. E mentre lo Stato continua nel suo immobilismo rispetto a situazioni gravissime come quella di Crotone, in una famiglia crotonese su quattro, c’è un caso di tumore. (articolo pubblicato su www.quicosenza.it il 7 febbraio 2014)
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