Ecco come agire
La resistenza insulinica è quel filo sottile che sta tra la normalità e il diabete. È una condizione ancora non patologica ma con buone potenzialità di diventarlo. Ormai esistono valori precisi relativi alla glicemia e predittivi di una situazione di insulino-resistenza, che non devono certo farci preoccupare. Riconoscere la resistenza insulinica significa poter agire prevenendo un diabete manifesto in futuro e capire perché, nonostante la prudenza a tavola, non siamo riusciti a dimagrire.
Quando le nostre cellule non rispondono all’insulina, applicandovi una sorta di resistenza, i livelli nel sangue della stessa aumentano notevolmente, in quanto si ritrova incapace di permettere alle cellule stesse l’utilizzazione e il metabolismo degli zuccheri in circolo. Il risultato è che, da una parte, aumenta la concentrazione di zuccheri nel sangue molto di più rispetto al normale, portando ad una condizione di iperglicemia e d’altra parte i livelli dell’ormone insulina sono altrettanto superiori alla norma.
Ma quali sono le cause dell’insulino-resistenza?
A livello cellulare, la resistenza all’insulina è una modifica del recettore che non risponde più all’insulina che vi si lega: la causa può essere una condizione genetica, in cui vi è predisposizione in taluni soggetti rispetto ad altri o un fattore ambientale quale la sedentarietà che col tempo, porta a condizioni di sovrappeso e obesità. Agendo, quindi, sulla causa ti tipo ambientale si può ottenere un buon risultato, mediante un cambio di rotta dello stile di vita, basandolo su un’attività fisica costante e regolare, che aumenta la sensibilità all’insulina, accompagnata da una sana e corretta alimentazione che segnali al nostro organismo l’attivazione metabolica e il mantenimento di un certo equilibrio glucidico.
Si parla, infatti, di alimentazione di segnale che esclude restrizioni e ipocaloricità ma si basa più sulla qualità degli alimenti che sulle loro quantità. Un metabolismo attivo e funzionante garantirà il ripristino dell’equilibrio glucidico con i livelli di insulina che aumenteranno in conseguenza ad un pasto che innalza la glicemia, al fine di andare a ridurre le concentrazioni di zucchero in poco tempo, grazie al metabolismo glucidico che la stessa insulina induce nelle cellule. Il segnale che permette ciò, in termini pratici, è dato sicuramente dall’attività fisica che deve essere una regola da seguire e un farmaco da prendere quotidianamente per il soggetto insulino-resistente, e poi la colazione abbondante.
Da evitare, invece, sono i picchi glicemici esageratamente alti che si innalzano con zuccheri semplici e farine raffinate o con un pasto di soli carboidrati. Vanno infatti ridotti al minimo tutte le abitudini che causano aumenti glicemici, prima, e insulinici, dopo, in modo gratuito. Un modo per soddisfare questa esigenza è l’uso della fibra come frutta e verdura ma anche come cereali esclusivamente integrali oltre che l’accoppiamento carbo-proteico a tutti i pasti. Dimagrire quindi si può, anche in condizioni di insulino-resistenza, basta individuarla ed agire. efficiente e nella corretta regolazione della neurochimica cerebrale. Il tipo di alimentazione proposto nel libro non serve solo per dimagrire ma anche per restare in salute ed è pensato anche, con gli opportuni accorgimenti, per coloro che a causa di patologie come il diabete, l'osteoporosi, una cardiopatia o altri disturbi, devono seguire un regime alimentare che migliori anche il metabolismo. Il testo spiega alcune regole pratiche di immediata applicabilità, che consentono a chi legge di agire subito e correttamente.
Dott. Francesco Garritano (biologo nutrizionista) Direttore Scientifico rubrica NUTRIZIONE info tel. 347-2481194 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |