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Scoperto a Roma bozzetto della 'Vergine con il pappagallo' attribuito a Rubens

Arte e Cultura
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Scoperto a Roma un bozzetto attribuito al grande pittore fiammingo Pieter Paul Rubens.

Si tratta di uno studio della 'Sacra famiglia con Pappagallo', conosciuta come 'La Vergine con il pappagallo' ed esposta al Museo Reale delle Belle Arti di Anversa. Il bozzetto preparatorio, dipinto ad olio su un cartoncino di 23,7 per 30,8 centimetri, è stato ritrovato da un professionista romano che lo ha affidato alle analisi degli esperti. Secondo Andrea De Liberis, consulente del Tribunale di Roma ed esperto presso la Camera di Commercio della Capitale per verifiche di autenticità di opere d'arte e documenti storici, si tratterebbe dello "studio preparatorio dell'opera presente nel Museo" di Anversa.

"Il criterio adottato per l'analisi dell'opera - spiega De Liberis - è stato sostenuto da un esame articolato di tipo comparato con i numerosi studi da me esaminati direttamente ad Anversa presso la Rubens House". Inoltre, sempre secondo l'esperto, non ci sarebbe alcun dubbio che il bozzetto sia opera di Rubens "sia per la materia dei colori utilizzati, sia per la presenza della chiara gestualità tipica del maestro fiammingo". Sul retro del bozzetto, "che si presenta in buono stato di conservazione e non manifesta segni di alterazione", inoltre "e' presente traccia di un autoritratto di Rubens, a conferma della importanza che ha voluto dare l'artista a questo studio", afferma ancora De Liberis, che non esita a definire l'opera "uno dei più interessanti studi eseguiti dal maestro".

Per tener dietro alle molte commissioni, Rubens, appena rientrato dall’Italia nel 1608, fondò ad Anversa una grande bottega ed elaborò un procedimento operativo molto complesso nel quale tuttavia larga parte era affidata agli allievi. Dopo uno schizzo a penna dell’intera composizione che costituiva la prima concezione del quadro, l’artista dipingeva un bozzetto ad olio, spesso su carta, dal quale traeva poi un modello su tavola di piccolo formato, che conteneva, appena accennati, gli elementi previsti dal dipinto. Era una sorta di progetto che Rubens mostrava al suo futuro proprietario. Approvata da questi l’idea, il maestro compiva disegni a matita dei particolari e delle figure che gli allievi riportavano poi sul quadro con le giuste tonalità cromatiche. Toccava poi a Rubens terminare l’opera unificandola con la sua pennellata.

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