Se si assumono antibiotici durante l’infanzia, il rischio obesita' ed allergia aumenta
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Se si assumono antibiotici durante l’infanzia, il rischio obesita' ed allergia aumenta

Nutrizione
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Utilizzare gli antibiotici nei primi anni di vita non è una buona prassi, poiché diversi studi dimostrano come l’uso di questi farmaci possa provocare obesità e alterazioni del sistema immunitario.

Se si assumono antibiotici durante l’infanzia, il rischio obesita' ed allergia aumenta
Se si assumono antibiotici durante l’infanzia, il rischio obesita' ed allergia aumenta

Il termine antibiotico deriva dal greco, da biosis (= il fatto di vivere) accompagnato dal prefisso anti-, che significa dunque contro la vita. Gli antibiotici vengono utilizzati per inibire lo sviluppo dei batteri attraverso meccanismi di azione differenti, per evitare che si instauri un’infezione. Ma quando questi arrivano nell’intestino cosa succede? Oltre a danneggiare i batteri patogeni, nell’intestino trova batteri commensali o buoni, la flora batterica indispensabile al corretto funzionamento del nostro organismo, che può danneggiare causandone l’alterazione.

Il corpo umano ospita un vasto numero di microbi, tra cui cellule batteriche, funghi e protozoi, presenti in numero molto maggiore rispetto a quello delle cellule umane (circa 1 kg di batteri contenuti nell’intestino) e collettivamente costituiscono il nostro microbiota. Questi microbi svolgono numerose funzioni importanti per la biologia umana, come l'aiuto allo sviluppo dell'immunità, la protezione contro l'invasione di patogeni, la sintesi delle vitamine essenziali e l'estrazione di sostanze nutritive dal cibo. La composizione della comunità microbica dipende da fattori multipli, tra cui il genotipo e l'immunità dell'ospite, così come dalle influenze ambientali, dalla dieta, dagli agenti terapeutici e dalla trasmissione diretta dei microbi attraverso il contatto diretto tra persona e persona, acqua potabile, cibo o utensili.

L’insediamento e la maturazione del microbiota intestinale infantile è un processo che inizia in gravidanza e può essere perturbato dal trattamento con antibiotici, da cambiamenti nella dieta e dall’interruzione della trasmissione vaginale. Inoltre, sembra che il microbiota subisca un aumento della suscettibilità alle perturbazioni in alcune fasi della vita, soprattutto durante l’infanzia, fase in cui la comunità microbica stabile non si è sviluppata. Quindi, i neonati acquisiscono gran parte del loro microbiota fondatore alla nascita, che subisce la maturazione negli anni successivi, fino ad arrivare all’età di 3 anni in cui il microbiota è completamente maturato, infatti, a questa età al bambino si permette il consumo di una dieta simile a quella degli individui adulti e corrisponde allo stadio di sviluppo dei componenti principali dell’immunità acquisita.

A contribuire allo sviluppo del microbioma è anche l’allattamento materno, che riveste un ruolo indispensabile nella selezione dei microrganismi, poiché alcuni componenti del latte possono essere digeriti in modo differenziato per fornire fonti di nutrienti per microbi che promuovono la salute, come il Bifidobacterium e la Lactobacillus, permettendo lo sviluppo microbico specifico dell’organismo.

Avvenuto lo sviluppo della flora batterica intestinale, cosa può avvenire in seguito alla somministrazione di antibiotici nei primi anni di vita? Il bambino potrà sviluppare sottopeso, obesità oppure mantenere un peso normale, a seconda della predisposizione genetica, del sesso, della dieta, dell’attività fisica, delle malattie e dell’esposizione ai tossici ambientale. Vediamo perché.

Gli antibiotici possono essere assunti sia come farmaci, sia si possono ritrovare in altre fonti, quali la catena alimentare o attraverso l’acqua potabile, ma vengono inoltre utilizzati dagli anni ‘70 anche per promuovere la crescita del bestiame, per cui è possibile che latte e carni possano essere contaminati da residui in traccia di antibiotici. Diversi studi hanno dimostrato comegli antibiotici possano influenzare il microbiota intestinale, poiché questialterano le popolazioni microbiche commensali presenti nell’intestino influenzando il peso dell’ospite; in seguito all’assunzione di basse dosi dell’antibiotico si è verificato un aumento di peso, mentre il peso ha subito un decremento in seguito all’assunzione di alte dosi di antibiotici.

È stato visto come il trattamento di topi con dosi subterapeutiche di penicillina, vankomicina e clorotetraciclina ha portato ad una maggiore massa grassa e ad aumentati livelli di acidi grassi a catena corta in questi animali, suggerendo che il microbiota alterato abbia un metabolismo potenziato che potrebbe causarel’induzione dei geni epatici a valle coinvolti nella lipogenesi, predisponendo dunque all’obesità.

Oltre a questi effetti, prima ho citato il ruolo del microbioma nel sistema immunitario; la somministrazione di antibiotici oltre a comportare alterazioni metaboliche, può determinare anche la diminuzione dell’espressone di geni dell’ileo, che sono coinvolti nella regolazione di molteplici funzioni associati allo sviluppo di immunità innata ed adattativa, compresa la presentazione dell’antigene, la risposta proliferativa dei linfociti Th17. Ciò significa che l’assunzione di antibiotici nei primi anni di vita può predisporre il bambino a diventare un soggetto allergico.

Le variazioni negli esiti metabolici sembrano in gran parte dipendere dalla dose degli antibiotici, dal tempo, dal ceppo e dalla dieta del topo; gli effetti opposti sul peso corporeo potrebbero dipendere dalla grandezza complessiva della perturbazione del microbiota, ma anche dalla carenza di amminoacidi nella dieta.

Ricapitolando, come descritto sotto nello schema, se si parte da una condizione di normopeso e si assumono antibiotici nei primi anni di vita si possono provocare due tipi di danni: se l’antibiotico assunto anche a basse dosi causa una disbiosi intestinale, si avrà l’alterata composizione della flora batterica, ma poca perdita del numero di batteri, conducendo ad una situazione di obesità, a causa di una maggiore disponibilità delle calorie, dell’alterazione della funzionalità epatica, da un alterato segnale metabolico e da una ridotta difesa intestinale. Se, invece, si subisce una perturbazione forte provocata da alte dosi di antibiotici, si ha una riduzione estesa della popolazione del microbioma, provocando perdita di peso a causa della perdita delle calorie derivate dal metabolismo del microbiota e dell’alterazione del segnale immunologico.

L’assunzione dell’antibiotico, se non si tratta di situazioni gravi da risolvere unicamente tramite questo farmaco, dovrebbe essere evitata durante l’infanzia, per evitare che si presentino le situazioni descritte sopra. L’uso spropositato di antibiotici, inoltre, può causare antibiotico-resistenza, non agendo come dovrebbero nel momento in cui ne avremo bisogno.

Il mio consiglio è quello di non risolvere tutte le patologie dei bambini consigliando l’assunzione di antibiotico, prescrivendolo soltanto in casi di estrema necessità; qualora dovesse presentarsi l’occasione, allora è suggerito l’uso di integratori di fermenti lattici in modo da ripristinare la flora batterica intestinale, evitandone l’alterazione.



 

Francesco-Garritano

Dott. Francesco Garritano (biologo nutrizionista)

Direttore Scientifico rubrica NUTRIZIONE

info tel. 347-2481194 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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