Il dramma della guerra e la civilta' del non senso
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Il dramma della guerra e la civilta' del non senso

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Le guerre, per quanto atroci, rappresentano una realtà dimostratasi irrinunciabile a prescindere dalle epoche e dagli esempi di civiltà.

Viktor Oliva (1861-1928) - l'assenzio bevitore (1901)
Viktor Oliva (1861-1928) - l'assenzio bevitore (1901)

Raccontare, descrivere la tragica realtà di morte comporta uno scardinamento della realtà interiore a cui è difficile dare voce. Gli scrittori e i poeti che si sono confrontati con questo tipo di narrazione spesso, come nel caso di Hamingway o Ungaretti, erano soldati di ritorno dalla vita di trincea. Trovare traccia di nobiltà nella condizione bellica e' sul piano umano impossibile. La guerra, anche laddove manchino esempi di un abuso indiscriminato di criminalità, resta una dura sconfitta sul piano etico dalla quale riesce difficile riaversi. Nessuna guerra è mai giusta, eppure ci sono culture che, partendo dal concetto di eroicità applicato all'individuo, riescono a fortificare le virtù presenti nell'uomo su un piano ideale e a trasferirle nel concreto dell'educazione formativa della società interessata.

La strada stretta verso il profondo nord
  La strada stretta verso il profondo nord

Tra queste civiltà spicca sicuramente il Giappone che nonostante il forte attaccamento ai dettami espressione di una rigida mentalità eroica imperiale, durante la seconda guerra mondiale ha apportato duri affronti alla sensibilità umana dei prigionieri. A tal riguardo lo scrittore tasmano Richard Flanagan nel suo romanzo La strada stretta verso il profondo nord pone a confronto i diversi modi di rapportarsi alla guerra, evidenziando l'interazione tra i soldati e la loro cultura madre. Al servilismo ottuso del maggiore Nakamura verso la rigida disciplina militare imperialista si contrappone il forte tatto umanitario del medico Dorrigo Evans, australiano che, animato da forte senso etico, mette a repentaglio la propria vita, pur di salvare dalla morte i soldati fatti prigionieri dai Giapponesi. La narrazione scorre lenta e struggente tra descrizioni crude che fanno rivivere le condizioni disumane in cui versavano i detenuti impegnati oltre ogni sforzo nell'impresa faraonica della costruzione di una ferrovia. Nel bel mezzo la storia di amore tra Dorrigo e la giovane Amy cosparge di polvere d' oro un'esistenza che nella sofferenza ritrova il proprio senso destinato a svanire poi nella banalità di una vita familiare prosciugata di tutto, fuorchè dei ricordi trasognati dell'antico amore interrotto e mai piu' recuperato.

Ippolita Sicoli

Dott.ssa Ippolita Sicoli

(Specializzata in Antropologia, Eziologia, Mitologia e Discipline Esoteriche)

LA FINESTRA SULLO SPIRITO

https://www.facebook.com/ippolita.sicoli

 

Libri scritti da Ippolita Sicoli:
Il canto di Yvion Storie di pecore e maghi Nel ventre della luce Il solco nella pietra