Il Paradiso e i luoghi della luce
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Il Paradiso e i luoghi della luce

Amore e Psiche
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"Lux-lucis" e "Locus-loci" hanno la stessa radice etimologica

Cerchio di angeli, Dante paradiso, illustrazione Gustave Dore
Cerchio di angeli, Dante paradiso, illustrazione Gustave Dore

 

Il luogo è parente stretto della luce, in quanto grazie ad essa si manifesta. Il luogo per eccellenza è quindi di forma circolare perché In essa la luce si diffonde uniformemente e nell'immaginario collettivo sia l'isola che la valle assumono una valenza magica e divina in virtù della loro forma (ad esempio la mitica Avalon).

Il Paradiso, dall'antico persiano luogo recintato di forma circolare assume quindi una valenza di isola. Diffusamente i miti sono ambientati su isole e fanno riferimento a un'epoca remota in cui l'uomo dimorava nella luce. La luce suprema non è che quella divina e in età ancestrale, la mitica Età dell'Oro, la Sapienza sostituiva la Conoscenza. Con la caduta nel tempo, l'uomo ha abbandonato la Sapienza per la Conoscenza (il frutto proibito della Genesi) che avviene tramite processi razionali. Si è civilizzato, ma ha altresì perso la sua centralità in Dio, di conseguenza si è allontanato dal suo Sé, precipitando alla periferia del Cosmo.

La forma circolare (che ricorda il ventre materno rintracciabile nel primo esempio di dimora che l'uomo abbia mai conosciuto, la grotta ) si ritrova anticamente nei primi esempi di abitazioni (vedi i nuraghi) e verrà sostituita successivamente da quella quadrata. Il quadrato, proprio perché ha gli angoli, rimanda a una funzione difensiva. Quando l'uomo da nomade è divenuto stanziale, attivando il processo di civilizzazione che ha comportato l'acquisizione del senso di possesso, la forma quadrata ha preso il sopravvento sulla forma circolare. La conoscenza al servizio del progresso ha impoverito la sostanza umana. Le ombre inventate dagli spigoli tracciano il mesto profilo dell'uomo moderno, che appare così l'ombra fluttuante del mistero divino.