Come si ammazza un territorio. Gli strateghi della distruzione
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Come si ammazza un territorio. Gli strateghi della distruzione

l'Opinione
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Questa per molti sara' un'estate da dimenticare.


Come si ammazza un territorio. Gli strateghi della distruzione
Come si ammazza un territorio. Gli strateghi della distruzione

Divampano gli incendi, il caldo alternato a violenti rovesci di pioggia riflette gli eccessi di una societa' incapace di autodeterminarsi e affetta da uno spirito di protagonismo spudorato di chi vorrebbe gestire tutti. Siccita' e fango, sradicamento e immigrazione.

Sradicamento per chi cerca all'estero quelle opportunita' di lavoro di fatto negate dal Governo che non favorisce la crescita dei suoi connazionali e li sprona a cercare il futuro altrove, oltre i propri confini. Sradicamento e poi, nuove radicazioni da parte di interi popoli che muovono dall'Africa verso di noi, occupando i vuoti di chi e' andato viia, vuoti che restano incolmabili per mancanza di titoli e professionalita' di chi qui sbarca. Mandiamo via i nostri geni e accogliamo chi non e' capace di supplire alle nostre mancanze. Il divario tra noi e gli altri cresce e la crisi aumenta.

Col caldo le citta' evaporano.. Diventano un delirio che resta nell'ombra di sogni impronunciabili, visitati da spiagge lontane e irraggiungibili da chi campa una famiglia e non ce la fa a tirare avanti. In compenso, chi ha il mare sotto casa si lamenta perche' non e' come lo desidererbbe e lascia riecheggiare le polemiche innescate da chi tenta di frenare il turismo, accondiscendendo a quanto stabilito da ignoti che si tirano dietro un treno di proteste sul mare e sulle spiagge. Lamenti su lamenti che sembrano aleggiare sulla reale condizione di chi si e' fatto costruire abusivamente la villetta in collina e ora si ritrova sotto casa il mare verde di alghe o di chissacche'. Eh si, ce n'e' per tutti in questa estate da canicola, che vede lidi smantellati e flottiglie di migranti che scorrazzano libere e intoccabili. Il turismo e' finito! Paventa qualcuno. Solo orme di una desolazione totale che si stende fin sotto l'orizzonte e irride ogni promessa. I paesi si svuotano e gli alberghi chiudono dietro la fine del turismo non per colpa della crisi, o meglio, solo in parte, tutto il resto e' conseguenza della politica di chi ci amministra tesa a non far fruttare le risorse del territorio con il lecito guadagno, e a distorcere l'etica del lavoro mettendo gli albergatori nella difficile condizione di dover scegliere tra l'incasso stagionale e quello annuale nel nome dell'accoglienza agli immigrati.

E' l'estate dell'assurdita'. Le vocazioni di una comunita' vengono smantellate o si restringono a fazzoletti di buonisti che chiudono gli occhi sul degrado e salvano la dignita' di quei barconi che spiaggiano da noi col falso miraggio di una sistemazione. E' l'estate degli ingenui contro i presunti razzisti, di coloro che consapevoli o ignari sostengono la distorsione di una corretta economia incapace di fare rete e di sostenersi autonomamente. Io non credo agli ingenui e comunque, l'ingenuita' non merita piu' di essere considerata zona franca. Gli ingenui danneggiano a loro modo. Rendono vani gli sforzi di chi vorrebbe cambiare in meglio per tutti questo mondo. Gli ingenui sono un male finto da estirpare alla radice in chi si nasconde la faccia ma nel male ci sguazza. Io personalmente agli ingenui non credo piu'. E' un mondo questo di complicita' sottili che ruota attorno al dio denaro troppo in fretta. Una trama fitta di speculazioni si spiega e si allarga e non si puo' stare solo a guardare. C'e' bisogno di elaborare un senso nuovo, ma il mondo lo fanno girare come una trottola per impedirci di respirare, riflettere. Di pensare di testa propria e invertire cosi la rotta.



Ippolita Sicoli

Dott.ssa Ippolita Sicoli

(Specializzata in Antropologia, Eziologia, Mitologia e Discipline Esoteriche)

LA FINESTRA SULLO SPIRITO

https://www.facebook.com/ippolita.sicoli

 

Libri scritti da Ippolita Sicoli:
Il canto di Yvion Storie di pecore e maghi Nel ventre della luce Il solco nella pietra