'The Great American Eclipse' Eclissi totale, l’America col naso all’insu'
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Eclissi solsre, foto scattata dai fotografi della Nasa

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Oggi alle 18 italiane è iniziata l’eclissi solare più attesa degli ultimi anni, cui hanno assistito milioni di persone negli Stati Uniti. I dati raccolti dai telescopi spaziali e di Terra, senza dimenticare la stazione spaziale


Eclissi solsre, foto scattata dai fotografi della Nasa
Eclissi solsre, foto scattata dai fotografi della Nasa
Guardate bene questa foto: è una delle tantissime immagini di quella che è stata forse l’eclissi solare più fotografata della storia.

È stata scattata dai fotografi della Nasa, e ha immortalato lo straordinario momento in cui la Stazione spaziale internazionale (visibile a destra delle macchie solari) ha transitato davanti al Sole mentre la Luna cominciava a oscurarlo.

Tornando sulla Terra, il fenomeno non è stato visibile in Europa, quindi da questa parte di mondo ci siamo dovuti accontentare di seguire lo straordinario evento in streaming o sui social.

In compenso negli Stati Uniti l’eclissi ha fatto un rapidissimo coast to coast, lungo una linea obliqua da ovest a est. Oregon, Idaho, Montana, Wyoming, Nebraska, Kansas, Iowa, Missouri, Illinois, Kentucky, Tennessee, North Carolina, South Carolina e Georgia: questi i 14 stati del nord America dove è stato possibile osservare il Sole scomparire dietro alla Luna.

La fascia interessata, alta più o meno 112 chilometri, è abitata da circa 12 milioni di persone, ma moltissime altre hanno raggiunto la zona per non perdersi lo show. Tanto che gli alberghi erano al completo da mesi, e il traffico nei punti più strategici è stato particolarmente intenso. Per questo le persone con il naso all’insù – e le conseguenti testimonianze fotografiche che in queste ore stanno invadendo la rete – sono state circa il doppio degli spettatori che di solito scrutano il cielo con gli appositi occhiali protettivi in occasione delle eclissi.

Iniziato alle 18.05 italiane, le 12.05 locali, il fenomeno di oscuramento del Sole ha avuto il suo picco massimo intorno alle 19.15, e grazie soprattutto alla massiccia campagna di comunicazione della Nasa è stato seguito in tutto il mondo.

Non solo spettacolo, però: per studiare l’eclissi del 21 agosto l’agenzia spaziale statunitense ha finanziato 11 ricerche scientifiche che hanno combinato i dati raccolti dai telescopi terrestri e da quelli spaziali.

In particolare, tre studi si sono concentrati sulla ionosfera, in modo da analizzare l’interazione del Sole con questa regione dove i segnali radio e satellitari vengono riflessi verso la Terra.

L’eclissi ha infatti il potere di ‘spegnere’ la fonte di radiazioni ad alta energia della ionosfera: questo ne provoca una riduzione, passando dalle condizioni diurne a quelle notturne per poi tornare, alla fine dell’evento, alle condizioni del giorno.

Tra i principali osservatori spaziali che hanno immortalato l’eclissi ci sono il Solar Dynamics Observatory (SDO), lo spettrografo Interface Region Imaging Spectrograph (IRIS) e il telescopio a raggi X Hinode. Invece l’osservatorio spaziale Nasa/Esa Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) e la missione Nasa Solar Terrestrial Relations Observatory (STEREO) si sono concentrati sull’osservazione della corona solare.

Per quanto riguarda i dati di terra, la Nasa ha raccolto una grande quantità di dati attraverso la rete di telescopi nel visibile e nell’infrarosso DyNAMITE, per osservare sia il Sole che Mercurio durante l’eclissi.

Non mancano inoltre numerosi progetti di citizen science, la scienza fatta dai cittadini che nel caso di eventi simili contribuisce a raccogliere una vera e propria miniera d’oro di dati.

Nei prossimi giorni, gli osservatori di Haystack all’MIT e di Arecibo a Puerto Rico si occuperanno proprio di combinare le informazioni ottenute dai telescopi con quelle messe insieme dai citizen scientist.

Infine, una visione dell’eclissi davvero privilegiata: quella goduta da Paolo Nespoli (immagine in basso) e degli altri astronauti dell’Expedition 52 a bordo della Stazione spaziale internazionale.

Dopo una settimana piuttosto impegnativa, dall’arrivo lunedì scorso della navetta cargo di SpaceX con a bordo la maggior parte degli esperimenti selezionati da Asi, fino all’inizio del ‘lavoro da cavia’ sulla Iss, i membri dell’equipaggio hanno potuto osservare un’eclissi non totale, ma da una posizione unica.

Durante il fenomeno, la stazione è infatti passate tre volte attraverso la penombra della Luna, testimoniando così altrettante eclissi parziali.

Fonte: ASI Agenzia Spaziale Italiana