Sit-in di protesta dei pazienti del centro regionale fibrosi cistica e dei loro familiari presso la direzione sanitaria dell'ospedale di Lamezia Terme
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Sit-in di protesta dei pazienti del centro regionale fibrosi cistica e dei loro familiari presso la direzione sanitaria dell'ospedale di Lamezia Terme

Catanzaro e Provincia
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Lamezia Terme (Cz), 03 novembre 2015 - Sit-in di protesta dei pazienti del centro regionale fibrosi cistica e dei loro familiari presso la direzione sanitaria dell’ospedale di Lamezia Terme, dove è ubicato il centro stesso.

Sit-in di protesta dei pazienti del centro regionale fibrosi cistica e dei loro familiari presso la direzione sanitaria dell'ospedale di Lamezia Terme,
Sit-in di protesta dei pazienti del centro regionale fibrosi cistica e dei loro familiari presso la direzione sanitaria dell'ospedale di Lamezia Terme

 

Una loro delegazione ha incontrato Domenico Tomaino, direttore dell’ospedale di Lamezia Terme, Carmine Dell’Isola, direttore sanitario dell’ Asp di Catanzaro e Giuseppe Perri, commissario straordinario della stessa Asp, che ha preso l’impegno di riferire le loro istanze a Massimo Scura, commissario per l’attuazione del piano di rientro. I pazienti hanno richiesto anche la presenza dei medici del centro. L’incontro si è svolto in un clima costruttivo, i pazienti hanno ricevuto rassicurazioni sulla sorte del centro e sul suo mantenimento: restano in attesa di atti concreti. Questa mattina sono arrivati da tutta la regione. Assente la Lega Italiana Fibrosi Cistica - Calabria, dalla quale pazienti e familiari continuano a non sentirsi tutelati e rappresentati. 

All’incontro pazienti e famiglie hanno ricevuto rassicurazioni, ma puntualizzano che, nonostante i provvedimenti previsti, il personale medico e infermieristico continuerà a essere sotto organico rispetto agli standard europei. Ribadiscono, inoltre, che la fibrosi cistica è una patologia molto grave per la quale è necessario personale specializzato. Pazienti e famiglie chiedono che il personale sia potenziato e stabilizzato in modo da garantire la tenuta del centro che dipende dalle persone che vi lavorano. Nello specifico, questa mattina è stato loro garantito che la chiusura del centro fibrosi cistica regionale non è all’orizzonte, che la dottoressa Madarena farà 30 ore nel centro e 6 in pediatria, che sarà inviato uno pneumologo in sostituzione della dottoressa Vonella, costretta, suo malgrado, a emigrare in Lombardia, nonostante la specializzazione acquisita tramite i master pagati con i fondi della legge 548/93, dopo due anni di precariato e numerose chiamate rifiutate in regione e fuori regione. Per quanto riguarda gli infermieri, alla delegazione è stato comunicato che l‘azienda ha provveduto a integrare il personale infermieristico, oggi sotto organico per motivi contingenti, con l’invio di una unità, anche se a oggi non è ancora arrivata presso il centro. Ad ogni modo, anche con l’invio di questa unità, gli infermieri continuano a essere 5, mentre secondo gli standard europei dovrebbero essere 6.

I pazienti erano allarmati per la sospensione dei ricoveri per carenza di personale medico e infermieristico, partita da venerdì scorso. In effetti, per loro, il problema principale del centro è l’insufficienza del personale medico e infermieristico e la precarietà (fino a oggi, 3 dottoresse su 3 e il fisioterapista precari). Inoltre, l’accorpamento a pediatria, previsto nel decreto n.9 del 2 aprile 2015, rischia di far indietreggiare la cura di decenni. Sperano, quindi, che il personale diventi stabile in modo da garantire continuità e che l’accorpamento a pediatria sia revocato, come, peraltro, è stato accennato questa mattina.