Calabria, Nesci (M5S): ''Illegittimo commissariamento sanita''', interrogazione al governo
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Politica
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«Dal primo gennaio 2013 è per legge illegittimo il commissariamento della Calabria per il rientro dal disavanzo. Il governo, che doveva restituire le competenze sulla sanità alla regione, non poteva mantenere l'incarico di commissario in capo a Giuseppe Scopelliti né nominare i successori. Ho chiesto al presidente del Consiglio e ai ministri della Salute e dell'Economia di revocare la nomina di Scura e Urbani, che per legge non possono sostituirsi alla Regione nella gestione del rientro sanitario».

Lo dichiara la deputata M5s Dalila Nesci, che in proposito ha presentato una lunga interrogazione parlamentare in commissione Sanità, inoltre chiedendo – spiega –,

«nel caso che il governo non riconosca la palese illegittimità del commissariamento, la revoca dei decreti commissariali sull'accreditamento di nuove strutture, sulla riorganizzazione del dipartimento Tutela della Salute, sul conferimento di incarichi e sulla predisposizione di bandi di gara e concorso, in quanto adottati fuori competenza, stando alla deliberazione di nomina di Scura e Urbani».

Per la parlamentare 5 stelle:

«Con il commissariamento i vari governi hanno ridotto la sanità calabrese a luogo di affari per amici e sodali, privandola di strutture indispensabili, personale e speranze. Ai tagli sconfinati hanno fatto seguito, specie sotto la gestione di Scura e Urbani, spese incontrollate; dal surplus di finanziamento al policlinico dell'Università di Catanzaro alle consulenze d'oro, dagli arbitrati milionari alla riassegnazione dei budget privati, dalla valutazione sul gradimento dei servizi al peso del revisore Kpmg, che costa quasi 3 milioni all'anno».

«Così – aggiunge la parlamentare M5s – progressivamente sono state dilapidate le risorse pubbliche, senza risultati e senza risponderne al popolo. La sanità va sempre peggio e non ci sono spiragli di luce».

«Ora che abbiamo smascherato il governo anche sul piano giuridico, l'unica soluzione – conclude Nesci – è che la sanità torni alla Regione, con tutte le responsabilità conseguenti. Da qui dovrà iniziare un corso altro, mettendo al centro la legalità».