ROMA. E Raggi chiese aiuto ai pm. Cosi' Muraro interferi' su Ama
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ROMA. E Raggi chiese aiuto ai pm. Così Muraro interferì su Ama

Politica
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L’incontro per verifiche su De Dominicis. Inchiesta su Vignaroli. A fine luglio la titolare dell’Ambiente sollecitò all’azienda l’uso degli impianti di Cerroni

ROMA. E Raggi chiese aiuto ai pm. Cosi' Muraro interferi' su Ama
ROMA. E Raggi chiese aiuto ai pm. Cosi' Muraro interferi' su Ama

 

Prima di revocare la nomina del nuovo assessore al Bilancio Raffaele De Dominicis, la sindaca si è consultata con il vertice della Procura di Roma. Procedura inusuale, soprattutto perché era stata proprio lei — nel videomessaggio di mercoledì — a prendere le distanze da «magistrati e giornali». Invece, di fronte a una situazione giudiziaria che appare sempre più critica per l’assessore Paola Muraro, due giorni fa Virginia Raggi è entrata a piazzale Clodio per incontrare il capo dell’ufficio Giuseppe Pignatone e conoscere la posizione processuale dell’ex procuratore generale della corte dei conti che aveva scelto al posto di Marcello Minenna. Nuovi sviluppi giudiziari sono imminenti, la commissione d’inchiesta Ecomafie ha aperto un procedimento formale contro il parlamentare dei 5 Stelle Stefano Vignaroli per gli incontri segreti avuti alla fine di giugno per imporre all’Ama di utilizzare gli impianti del ras dei rifiuti Manlio Cerroni, nonostante fossero stati interdetti già da tempo. E anche adesso Muraro rischia la contestazione di nuove ipotesi di reato.

Il faccia a faccia

Quanto il clima sia teso lo dimostra quel che accade giovedì. Qualcuno avvisa il Campidoglio che De Dominicis sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati per abuso d’ufficio. L’interessato a quanto pare nega, forse lo ignora. La sera precedente Raggi ha ratificato la sua nomina con un’ordinanza, capisce che una nuova tegola potrebbe determinare la fine della sua giunta. E così, di fronte alla mancanza di conferme, decide di andare personalmente a piazzale Clodio. Le viene spiegato che non è lei a poter chiedere la posizione processuale di un’altra persona in base all’articolo 335. Le viene confermata soltanto l’esistenza di un fascicolo che non è più coperto dal segreto istruttorio. Si tratta di una denuncia contro De Dominicis presentata dal suo vice Guido Patti per cui era stata chiesta l’archiviazione. Il giudice l’ha negata ed è scattata l’iscrizione. Quanto basta alla sindaca per decidere di revocare il provvedimento che lei stessa aveva firmato — evidentemente senza svolgere verifiche — appena 24 ore prima. Anche se questo la espone a nuove critiche e interrogativi da parte di numerosi esponenti del Movimento: perché De Dominicis esce e Muraro rimane, nonostante dal punto di vista formale siano nella stessa situazione giudiziaria?

Il caso Vignaroli

A questa domanda dovrà probabilmente dare risposta la prossima settimana, quando le indagini avviate entreranno in una fase cruciale. La commissione Ecomafia guidata da Alessandro Bratti, Pd, ha inviato una lettera alla presidenza della Camera per conoscere la procedura di convocazione in audizione di Stefano Vignaroli. Sul suo conto è stata infatti avviata un’istruttoria per almeno due incontri segreti — avvenuti alla fine di giugno con il presidente di Ama Daniele Fortini, i rappresentanti della Colari (che gestisce gli impianti di Cerroni) e Muraro, nonostante questa non si fosse ancora insediata come assessore all’Ambiente — proprio per imporre alla municipalizzata di utilizzare proprio il tritovagliatore di Cerroni. L’imbarazzo istituzionale è evidente visto che Vignaroli è vicepresidente di Ecomafia, ma anche perché non si capisce a che titolo abbia partecipato agli incontri. E anche Muraro dovrà spiegare come mai — prima di entrare in Campidoglio — era già così determinata a favorire la Colari. La lettera di Muraro

Agli atti dell’inchiesta c’è la lettera che il 26 luglio scorso, poco dopo essere stata nominata assessore, Muraro ha inviato a Fortini reiterando la richiesta. Il rifiuto era scontato, visto che esiste un’interdittiva antimafia sull’impianto. Ma questo evidentemente non ha fatto recedere l’assessore e alla fine Fortini ha deciso di dimettersi. Il sospetto dei magistrati è che ci fosse un patto tra Muraro e Cerroni per favorirlo e adesso si sta cercando l’eventuale contropartita. Sono stati acquisti gli atti compiuti in Ama nel ruolo di consulente, anche se a leggere gli incartamenti sembra che Muraro fosse stata equiparata a un dirigente e questo potrebbe far scattare nuove contestazioni nei suoi confronti. Anche tenendo conto che era la collaboratrice più fidata di Giovanni Fiscon, l’ex direttore generale ora imputato nel processo di «Mafia Capitale» insieme con l’ex presidente Franco Panzironi. Muraro è perito di parte in un altro processo contro Fiscon. I due hanno lo stesso difensore. I carabinieri del Noe sono stati incaricati di scoprire a chi paga tutte queste spese legali.