''Attorno a Mantegna'': il secondo dialogo alla Pinacoteca di Brera fra Mantegna e Caracci, 16-6 25-9
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Abbiamo 259 visitatori e nessun utente online

Annunci - il Centro Tirreno
home-1-ads-pct

''Attorno a Mantegna'': il secondo dialogo alla Pinacoteca di Brera fra Mantegna e Caracci

Arte e Cultura
Typography

Arriva alla Pinacoteca di Brera il secondo dialogo artistico fra due capolavori italiani intitolato "Attorno a Mantegna"

''Attorno a Mantegna'': il secondo dialogo alla Pinacoteca di Brera fra Mantegna e Caracci
''Attorno a Mantegna'': il secondo dialogo alla Pinacoteca di Brera fra Mantegna e Caracci

 

Questa volta a essere messi a confronto sono l'opera "Il Cristo Morto" di Andrea Mantegna e "Il Cristo morto con gli strumenti della passione" di Annibale Caracci, a cui è stata affiancata una terza tela, sempre raffigurante lo stesso soggetto, realizzata da Orazio Borgianni e intitolata "Compianto sul Cristo morto". Il secondo dialogo "Attorno a Mantegna" sarà visitabile dal 16 giugno al 25 settembre 2016. Il Cristo morto: un tema comune per due opere straordinarie

Il dialogo fra l'opera di Mantegna e quella di Caracci rappresenta il secondo accostamento di due giganti della storia dell'arte che viene realizzato alla Pinacoteca di Brera: il primo è stato quello fra i due Sposalizi della Vergine, il quadro dipinto da Perugino messo a confronto con quello dell'allievo Raffaello. "Il Cristo Morto" di Mantegna è un lavoro databile intorno al 1480 ed è famoso per le abilità prospettiche che il maestro mette in mostra, nonché per la forza espressiva e la compostezza severa che permeano tutta la tela. Per queste sue caratteristiche il capolavoro di Andrea Mantegna venne imitato per tutto il Cinquecento e Seicento, dando origine ad opere come "Il Cristo morto con gli strumenti della passione" di Annibale Caracci.

La sostanziale differenza fra i due lavori però sta nel fatto che mentre l'opera di Mantegna, pur nella sua tragicità, presenta la figura del Cristo in maniera più composta e quasi "fredda" (notare l'assenza di sangue dai buchi lasciati dai chiodi), quella di Caracci invece è caratterizzata da un crudo realismo, che lo portano a mettere in primo piano proprio gli strumenti del martirio di Gesù - la corona e i chiodi - e a dipingere il corpo di Cristo, sanguinante, leggermente piegato verso destra, in una posizione non naturale per un morto. La terza opera, quella di Borgianni, si riavvicina invece a un gusto tutto caravaggesco, con la presenza importante di un forte contrasto fra luci ed ombre.

Le opere di Caracci e quella di Borgianni sono prestiti provenienti rispettivamente dalla Staatsgalerie di Stoccarda e dalla Galleria Spada di Roma. Questo secondo dialogo "Attorno a Mantegna" si inserisce nell'opera di restauro e rinnovamento voluta dal direttore della Pinacoteca di Brera James Bradburne, autore di una vera e propria "rivoluzione" all'interno della famosa esposizione artistica. "Quella che stiamo realizzando a Brera è una rivoluzione copernicana in cui al centro del nostro mondo c’è il visitatore e non l’istituzione", afferma lo stesso Bradburne. La volontà, espressa anche con questo secondo dialogo, è proprio quella di consentire allo spettatore di vivere l'arte in un modo nuovo, originale e fuori dai soliti schemi che vedono opere simili esposte, in maniera asettica, in collezioni permanenti.  

fonte: milanofree.it - autore: Valentina Scillieri