Era il 16 luglio 1951 quando Jerome David Salinger, uno degli scrittori statunitensi più importanti del XX secolo, pubblicò “Il giovane Holden”.
Il romanzo prende il suo titolo (l’originale è The Catcher in the Rye ovvero Il prenditore nella segale) da una canzone scozzese. Il protagonista è Holden Caulfield, ritratto come il classico adolescente (sedici anni) ribelle, ma molto sensibile ed emotivo. Il giovane, che proviene da una famiglia benestante di New York, deve fare i conti con un’altra espulsione rimediate in una delle scuole da lui frequentate a causa del basso rendimento scolastico.
La paura delle conseguenze di questa espulsione lo portano ad allontanarsi dal Pencey, il college dal quale viene cacciato, ma non senza aver prima salutato il professor Spencer, uomo per cui nutre simpatia, ma che gli riserva una ramanzina e appare realmente preoccupato per lui (il ragazzo non capisce il rimprovero e questo non fa che far aumentare la sua rabbia), e i suoi compagni di dormitorio Ackey e Stradlater.
Holden vaga per New York, incontra diversi personaggi (un pianista, una prostituta, una sua vecchia amica e un’altra vecchia conoscenza) e poi va a salutare Phoebe, la sorellina che pensa di poter partire con lui e con cui passa il tempo alle giostre prima di andare via. Solo nel finale si sa che Holden si ammala e che in seguito decide di entrare in analisi per affrontare i suoi problemi.
