Le azioni di Volkswagen crollano in Borsa dopo che le autorità per la protezione ambientale degli Stati Uniti hanno minacciato di imporre fino a 18 miliardi di dollari di multa alla casa automobilistica tedesca, accusata di aver 'barato' sistematicamente per superare le prove d'inquinamento atmosferico delle sue auto diesel.
Il titolo ha aperto in calo del 22% alla Borsa di Francoforte e ha finito per cedere il 17% (le azioni privilegiate il 18,6), bruciando quasi 14 miliardi di euro. La valanga ha sfiorato anche gli altri costruttori tedeschi: Bmw e Daimler hanno ceduto più dell'1%. Mentre la VW ha annunciato lo stop alle vendite dei diesel 4 cilindri negli Stati Uniti, i vertici si riuniranno mercoledì per un 'crisis meeting' convocato d'urgenza.
Ovviamente, come hanno confermato dirigenti della compagnia all'agenzia Dpa, lo scandalo sarà l'argomento principale da affrontare al tavolo. La vicenda, che non coinvolge il brand Porsche, ha provocato anche la reazione del governo tedesco, che ha chiesto al costruttore di dimostrare la correttezza delle proprie procedure nei test eseguiti in patria. Berlino ha chiesto alla Volkswagen di produrre "informazioni affidabili" davanti all'autorità federale per i trasporti.
Lo scandalo, ha ammesso il ministro dell'Economia Sigmar Gabriel, rischia di provocare conseguenze al di là dei cancelli del colosso di Wolfsburg: "Nel mondo, le parole 'made in Germany' sono sinonimo di qualità", ha detto. "Ma non credo -ha aggiunto cercando di abbassare la pressione- che tutto questo produrrà danni duraturi e rilevanti all'industria tedesca". Il capo di VW Martin Winterkorn nel fine settimana si era già scusato: "Personalmente sono profondamente dispiaciuto che abbiamo rotto la fiducia dei nostri clienti e del pubblico".